La Rivoluzione di Domenica Mattina

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Non esistere è la norma. Ogni gesto inconsapevole del nostro tempo è dominato da azioni non scelte, da scelte non compiute, da obiettivi non nostri: è la sopravvivenza nel “mondo al contrario” del “non senso”, la quotidianità dell’universo in cui siamo immersi. Ti svegli la mattina per lavorare, ti fermi a mezzogiorno per mangiare, ti addormenti all’una solo per assaporare quei brandelli di vita che ti rimangono fra le dita a fine giornata. La vita quotidiana non è Nostra.

La nostra terra non è più nostra: non si può piantare un fiore, rollare una giolla, raccordare un jersey, né sognare in autonomia (con la propria testa il proprio presente) senza rischiare di incorrere nel bastone della legge. “In realtà il nostro mondo è pervaso dalla minaccia di un uomo con un bastone in mano. Molte persone hanno rinunciato alla possibilità di attraversare le barriere le linee di confine segnate da quest’uomo, di modo da non dover pensare alla sua esistenza” (Graeber).

Sfidare il bastone, attraversare le barriere con la leggerezza dei folli e dei giullari, con l’incoscienza dei bambini e con la grinta delle bestie assetate di libertà, è la medicina al male del nostro tempo. Gli aguzzini vanno affrontati sul loro stesso piano: quello del “non senso”. E allora giochiamo finché avremo la forza di farlo, ché il tempo per abituarsi alle catene non mancherà. Per ora possiamo ancora provare a fingerci liberi, insieme, uniti da uno spirito che non va descritto né misurato. Uniti da un ideale contorto intorno ad una tavola di legno, qualche zanca e la voglia di sperimentare la gioia come solo il branco può fare.

Qui l’umanità, la nostra umanità animale, progressiva, lenta, ma inesorabile, affiora nella palude di menzogne in cui proviamo a restare a galla, vivi.

Non ci sono parole adatte a contenere l’orgoglio incondizionato di essere parte di quell’ “insieme” che oggi ha varcato le soglie del “non si può fare” per dimostrare che il Nostro mondo, il Nostro paradiso presente e il futuro dei figli che verranno… quell’esistenza Viva possiamo tentare di stringerla tra le nostre mani, possiamo scegliere di stringerla forte, senza fantasie né illusioni… un pugno chiuso intorno a un dito medio alzato verso chi ci vuole mansueti e diligenti.

La rivoluzione non è un atto di violenza, ma il roteare lento ed inesorabile degli astri intorno all’eterno presente dell’essere in vita: agire significa partecipare, facilitare e accelerare questo processo perpetuo che muove in direzione del Gadi.

Oggi siamo fratelli: frammenti di rivoluzione..

e brindiamo a chi ci vuole male!

100.000 di queste marachelle.

Skate or Die!

Gonz: un intervista, una traduzione

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Ieri notte ho trovato il video linkato sull’immagine qua sopra… ho scoperto Gonz. Si tratta di un’intervista di 4 min del 1999 in cui il personaggio in questione dice un paio di cose interessanti sulla vita, lo skateboarding e tutto quanto. Ho pensato che trascrivere e tradurre questo video di 15 anni fa potesse aiutarmi a stendermi serenamente… accompagnato da un bel sospirone di pacifica radicalità.

GONZ: But for my personal satisfaction… now… being older.. My favourite thing is to go fast down the hills… through the traffic… surfing through people, this is my main enjoyment, what I like to do the most.

Ma, per la mia personale soddisfazione… ora… essendo più anziano.. Ciò che preferisco è scannare giù dalle colline, tra il traffico… surfando tra I passanti, è la cosa che mi diverte di più, ciò che amo di più.

GONZ: I like it and I hate it. It’s.. I don’t really like the marketing or the business of skateboarding… it’s pure by itself, is just skateboarding, is fun… it’s a fun thing to do.

Lo amo e lo odio. E’ che… non mi piacciono davvero né il marketing né il business del skateboarding… è puro di per sé, è solo skateboarding, è divertente… è una cosa divertente da fare.

ITW: But you don’t like photo session either?

Ma non ti piacciono nemmeno le session coi fotografi?

GONZ: No.. I mean.. It was difficult for me to do this with you.. I didn’t want to.. I was gonna tell another kid to come to you guys. You know, I told you on the phone. … So..

No.. voglio dire… Per me è stato difficile anche solo fare questa intervista… non volevo… Stavo per dire a un’altro di venire al posto mio. Lo sai, te l’ho detto per telefono… quindi..

ITW: Why?

Perchè?

GONZ: It takes away what’s special about it… when you video.. when you… You know, when you explain something.. You know, you people either (?) do.. When You say… and they understand… well they don’t understand.. and, I’d rather not give them the opportunity to understand or not understand.. It’s better to not say nothing, then to say something..

Perché queste cose trascinano via ciò che di speciale è in esso… quando filmi… quando… Lo sai, quando provi a spiegare qualcosa… Lo sai.. voi stessi lo fate… Quando dici qualcosa in video e credi che chi sta guardando capisca, ebbene chi sta guardando non capisce.. ed io preferisco non dar loro l’opportunità di capire o di non capire… E’ meglio non dire niente, piuttosto che dire qualcosa che poi verrà frainteso…

It’s an hard thing to understand… It’s some people like to be seen and some people don’t like to be seen. Like an art form. It’s more like to not compare. It’s more to appreciate others.. I think it’s all.. up to individuals and that’s why I think skateboarding ‘s’ such a neat sport, it gives people the chance to.. express themselves in their own way. And it’s an individuals type of sport skateboarding..

E’ una cosa difficile da capire… La questione è che ad alcuni piace essere visti e ad altri non piace essere visti. Come in una qualsiasi forma d’arte. E’ più un non volersi comparare. E’ più un apprezzare gli altri.. Credo che tutta una questione degli individui ed è per questo che penso che lo skateboarding sia uno sport così chiaro e nitido, esso da alle persone la possibilità di.. esprimersi a modo loro. E lo skateboarding è proprio un tipo di sport individuale.

ITW: How do you express yourself?

Tu come ti esprimi?

GONZ: Ehm.. Graceful? You know… I guess.. said some… I’m embarrassed..

Ehm… Sono aggraziato? Boh… credo… è la prima cosa che mi è venuta in mente… Sono un po’ imbarazzato…

You know, different people skate different stiles and it’s hard to categorize it. I’m sure that.. skateboarding it’s a free sport, very free, and a lot of people they’ve tried to organize it, and to say “ok only skate this way”, and then skateboarding it’s real part of it (?), dies in it… You can’t… It’s a sport this… unlike, uncontrollable.. and that’s why a lot of kids are.. yeah that’s why lot of kids like it.

Sai, gente diversa skatea con stili diversi ed è molto difficile categorizzali. Sono certo che lo skateboarding sia uno sport libero, molto libero, e un sacco di persone hanno provato ad organizzarlo, a dire “ok skateate solo così”, e allora lo skateboarding va in quella direzione e poi tutto muore… Non puoi… questo sport, al contrario, è incontrollabile… ed è per questo che un sacco di ragazzi… Sì! E’ per questo che piace a molti giovani.

Grazie Gonz.

b.