“Oh! Allora!? Partiamo o non partiamo?”
“Sì! L’ho passato porco D*o”
“E andiamo Sgrullovich!”
Il buon Dudevich può permettersi di muovere il culo solo quando passa gli esami… è dunque rarissimo farsi un giretto col miglior skater balcanico del quartiere di Rho più vicino alla stazione ferroviaria. Emoziona il solo pensiero di andarlo a recuperare per portalo in giro, fuori da questo bel paese deprimente. Eh già! E’ proprio un’emozione perché, nonostante sia molto più “italiano” di quanto buona parte dei cari concittadini potrà mai essere, Sburrovic, che dall’asilo in poi ha sempre condiviso il suo tempo con bambini, ragazzi, uomini e skateboarder dello stivale, a 23 (?) anni è ancora costretto a richiedere dei “permessi” per starsene tranquillamente a casa sua. Basterebbe questa considerazione per uscire di casa, recarsi nel più vicino ufficio di rappresentanza dello Stato Italiano e sputare in faccia al primo “responsabile” che capita a tiro (ma se siete in tanti potete anche organizzare qualcosa di più divertente). Il Dube è l’esempio vivente e lampante della demenza atavica di questo paese assurdo.
Il resto è tutto molto semplice: riempi la macchina con Fili, Baro, Zibe e Malanna, carichi birrette, vino e scoregge e te ne vai in giro a scorrazzare tra una nazione e l’altra… magari senza documenti… così, tanto per auto-garantirti quel piccolo gratuitissimo tonfo allo stomaco ogniqualvolta attraversi la dogana Svizzera (“speriamo che non ci fermino…”).
Fin qui tutto bene… peti a parte.
Munchen all’ora di punta (18:30) è uguale a qualunque metropoli europea: code in tangenziale e bestemmie. Ma puoi fare ben poco se, in quest’epoca dove la tecnologia domina le strategie di sopravvivenza più semplici, non dico uno, 1/2 dei quattro viaggiatori ha pensato di dare un’occhiata ad una cartina prima della partenza. “Tu ce l’hai le mappe sul cell?”… “no”… “e allora siamo fottuti”.
Eppure (quali magie il nostro caro giocattolino) anche se sei costretto a piantare il culo sul sedile di un auto per qualche oretta in più, non cambia niente quando nel baule ci sono le tavulette: basta avere il tempo per skateare prima che faccia buio. Di tutto il resto, in fondo, importa poco. Poi se quando raggiungi lo spot ti trovi davanti ad una piscina “dal volto disumano” come il fagiolo mutante di Monaco… beh! (*** bestemmia!)
Della stranissima bowl col proiettilone te ne fotti: ciò che conta è la serietà di quelle straincazzatissime transizioni che ti riportano indietro di vent’anni… là, dentro quelle piscine vuote dove qualche orgoglioso neanderthal dello skateboarding ha avuto l’idea di droppare come se non ci fosse un domani. E dunque pratichi, comprendi, accarezzi, coccoli e, nel limite del possibile, “domini” quelle forme concrete al meglio delle tue possibilità, consapevole che al ritorno non troverai niente di simile vicino a casa tua. E quando sarai ben fiaccato dagli schiaffoni che le rotondità di quella mammona agghindata di pool coping ti avrà rifilato, progetterai il “dopo”, valutando il vuoto profondo del tuo portafogli, e tra birrette e bottiglie di vin rosso ti stai già accasciando nel sacco a pelo, avvolto da una nube maleodorante, nelle cavità del proiettilone cementone.
Brixlegg è come Bologna: se ti piace skateare le curve ci devi andare. Punto. (dai! è vicinissimo! Non rompere il cazzo e muovi le chiappe! C’è pure lo spazio per campeggiare “aggratis” e il supermercato con ampio parcheggio).
A Bolzano c’è una novità interessante (checchenedicano). Purtroppo il tempo è davvero poco e si fa giusto in tempo a gustare l’estrema perfezione di un cemento “che più liscio non si può” (lode agli artigiani tirolesi) e la sobria modestia di un progetto creativo che, a nostro avviso, ha molte cose da dire in un territorio come il nostr… no vabbè! Il Sud Tirolo non è proprio Italia e si vede… alle nove in punto un’auto, di quelle con gli sbirri finti dentro, scarica un uomo triste che varca il cancelletto d’ingresso gridando in malo modo “ve ne dovete andare che devo chiudere!!”. La tentazione di mandarlo là dove non batte il sole è grande, ma siamo esausti e Hanz (il nostro caro pensionato nazista) si è ripromesso di offrirci una cenetta a lume di candela nella migliore pizzeria di Bolzano. Così ci ributtiamo per strada accompagnati da una cruciale informazione: “No… sapete… in questi ultimi tempi, quando lo sbirro finto si levava dal cazzo, scavalcavamo e rientravamo a skateare a sgamo… finché c’era luce… ora ci hanno promesso che alzeranno di due metri la recinzione…” onde evitare che della brava gente si diverta oltre l’orario stabilito dalla legge. E vabbè! Torniamocene a casa stronzi.
Molti Danke Hanz!
Blatta